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Teatro Manzoni
Teatro Manzoni

ven 27 ott

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Bologna

Teatro Manzoni

HAGEN QUARTETT Lukas Hagen violino Rainer Schmidt violino Veronika Hagen viola Clemens Hagen violoncello

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Orario & Sede

27 ott 2023, 20:30 – 22:30

Bologna, Via de’ Monari, 1/2, 40100 Bologna BO, Italia

Info sull'evento

Una lezione di storia della musica per il più acclamato dei quartetti austriaci, capace di accompagnarci lungo tre secoli e tre autori fondamentali del repertorio

Comprende tutte le pagine più significative per quartetto d’archi il repertorio dell’Hagen che, in oltre quarant’anni di carriera, ha alternato incisioni ed esecuzioni dei capisaldi del genere a incursioni nelle sperimentazioni contemporanee, affiancando ai brani “in purezza” quelli nei quali al complesso si affiancano i nomi più importanti del camerismo degli ultimi decenni. Dall’immenso repertorio a disposizione il Quartetto Hagen sceglie per Bologna tre autori grazie ai quali compiremo un itinerario dal Settecento di Haydn all’Ottocento di Beethoven, fino al Novecento di BARTÓK. Insomma, con la sua versatilità interpretativa, l’Hagen è in grado di raccontarci in un’ora una vera e propria storia del quartetto per archi, partendo dalle origini, da colui cioè che a buon diritto può essere quasi considerato l’inventore del genere così come lo conosciamo. Si comincia infatti dal Quartetto n. 75 di Haydn, artista capace, nei suoi oltre ottanta quartetti, di trasformare il piacevole sottofondo destinato fino a quel momento ai dilettanti in una conversazione musicale talmente interessante da obbligare i presenti ad un ascolto attento. L’Hagen si sofferma poi su Beethoven e su uno dei suoi ultimi quartetti (l’op. 132), dove i quattro archi si trasformano in altrettanti ciceroni per guidarci in territori quasi metafisici e in mondi fino a quel momento inesplorati. Il percorso si conclude nel Novecento, quando nella ricerca di linguaggi adatti al nostro tempo i compositori vogliono “dimenticare Beethoven” e, come fa BARTÓK, riescono a prendere una strada totalmente innovativa per i quattro archi, che si scoprono così in grado di esplorare e raccontare nuovi mondi sonori.

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